mercoledì 27 gennaio 2010

Capitolo 8: Sottoscrivere l'ADSL ti fa capire di come alla fin fine di Internet non te ne frega una cippa

Il fatto che l’Italia fosse un paese in cui regna il caos organizzativo lo sapevo ma sono voluta tornare lo stesso e moh adesso me lo pippo tutto. Nel mio precedente trasloco ho fatto le cose più semplici per avere l’ADSL. Ho scelto la compagnia che detiene il monopolio, ho pagato il doppio di quello che avrei potuto avere dalle concorrenti e ho avuto l’ADSL a tempo record bella funzionante. Un giubilio tranne per le mie finanze.
Ma questa volta visto che non condivido l’affitto, ho spese di benzina, di riparazione dell’auto causa incidenti, corsi vari per intrattenermi post lavoro e per supplire alla mancanza della mia metà.. ho deciso di lanciarmi su una via di mezzo.
Le telefonate sono state prolungate per settimane cercando di parlare con operatori che almeno sapessero fare lo spelling del proprio nome e nel caso in cui questo fosse fuori dubbio allora facevo finta di far cadere la linea e richiamavo, accorgendomi inesorabilmente che ognuno mi dava informazioni diverse. Alla fine, esasperata e desiderosa solo di avere una linea internet che mi rincuorasse la sera tornata dal lavoro ho optato per quella che allora mi pareva essere la meno peggio.
E mi sbagliavo.
La richiesta l’ho fatta il 31 dicembre. Mi hanno assicurato che la tempistica era di 15-20 giorni massimo perché il tecnico venisse ad installarmi il tutto. Mmmmh. Ok.
Oggi siamo al 27 gennaio e non si è ancora fatto vivo. Ho ricevuto la station e pure la internet key ma tutti gli usi a cui ho pensato mentre imprecavo al telefono coni l call center non rientravano in quello consigliato da loro per avere un servizio sostitutivo temporaneo mentre aspettavo che il tecnico si degnasse di farmi visita. Il Wifi ovviamente non funziona. Ma nemmeno il cavo.. o meglio durante la connessione e l’apertura della pagina hotmail ho tempo di scendere a fare la spesa, lavare la verdura, metterla nella vaporiera, farmi la doccia, lavarmi i capelli, districarmi i capelli, lottare con i nodi dei miei capelli, asciugarmeli, rivestirmi, spegnere la vaporiera, mettere su il riso, scolare il riso, condire il tutto, sedermi a tavola, mangiare e lavare pure i piatti. Poi la pagina si apre. Inserisco username e password e tutto va in malora. Quindi faccio refresh tra una parolaccia e l’altra. E solo dopo altri estenuanti 45 minuti riesco a visualizzare le mie email. Cliccarci sopra e aprirle è un altro paio di maniche.
Ovviamente non mi sono certo sprecata in telefonate, preghiere, maledizioni e anche minacce al call center. Prima mi hanno detto che potevo fare la cancellazione gratuita solo a 10 giorni da quando facevo l’adesione. Cosiderando che il pacco ci ha messo una settimana ad arrivare non mi serviva granchè. Un altro operatore mi ha detto che invece erano 10 giorni da quando avevo ricevuto il pacco. Poco male anche perché ci ho messo 3 giorni per riuscire ad installarlo. E un altro invece mi ha fatto notare che erano 10 da quando attivavo la SIM. Ovviamente questo mi è stato detto 3 giorni dopo che tale data fosse scaduta.
Ok, a parte che se il tecnico non viene ad installarmi il servizio come facci a sapere se ne sono soddisfatta o no? E se non sono soddisfatta perché il tecnico pare essere stato rapito dagli alieni ovvio che i 10 giorni sono già passati se mi era stato detto 15-20, no? Andarglielo a far capire a loro è praticamente impossibile. Dovrebbero fare un corso accelerato di logica prima di assumerli questi.
Sta di fatto che ad oggi, mi è stato detto che la mia richiesta è stata rifiutata una volta. Su mio sollecito incazzoso è stata rimandata ma in sospeso perché il sistema non trova la mia via. Non trova la mia via? Ma non abito mica in Cina! Avete Google Map? Beh digitate la mia via e capirete dove sono perdio!
E pensare che avevo fatto pure il colloquio per lavorare in questo scherzo di azienda.
Riscriverei alle Risorse Umane facendo notare che chi hanno preso al mio posto era meglio se lo lasciavano a casa a zappare i campi.

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