venerdì 22 gennaio 2010

Capitolo 6: Prendere in affitto casa è come martellarsi i piedi di spontanea volontà

La mia nuova casa non è una reggia ma mi fa sentire al sicuro e coccolata, sensazione che in una città nuova, con un lavoro nuovo è a dir poco fondamentale per mantenere quel minimo sindacale di sanità mentale che io sono li li per perdere.
Avevo solamente una settimana per trovare la casa perfetta per il periodo che presuppongo rimanere in questa nuova città. Nulla di definitivo, almeno non credo. Nulla per sempre, tranne i diamanti (De Beers). Nulla.
Cercare casa in una città è sempre una impresa titanica. Quello che in un posto si chiama bilocale, in un’altra città si chiama mini. E quindi si passa inutilmente mezz’ora al telefono con l’agenzia immobiliare spiegando che essendo da sola non te ne frega una cippa di avere 2 camere da letto. Solo successivamente quando si è ad un passo dal cedimento capisci che state parlando in due lingue diverse.
Alla fine arrivo ad una conclusione: devo darmi una mossa. Alla fine scelgo un bilocale. Ammetto che sono rimasta indecisa fino alla fine. Avevo visto un monolocale che io simpaticamente ho soprannominato monoloculo date le dimensioni ridotte ma che era veramente bellino ed arredato in modo sobrio ma elegante e decisamente di classe. Il colore focus era il bianco, per allargare gli spazi striminziti e a mia detta era pure praticissimo. Sdraiata a letto la mattina potevo allungare la mano e mettere su il caffè, poi alzare l’altra e alzare il riscaldamento, apparecchiare la tavola per la colazione e credo che spostando il baricentro un po’ piu’ a destra anche ad aprire l’acqua della doccia. Il mini tavolo era praticamente sulla strada e il divano si affacciava sul tavolo della cucina con vista spettacolare sul fornello e sul mobile esteso verticalmente che separava la zona giorno dalla zona notte, a due centimetri di distanza. Insomma. Tutto era a portata di mano.
Per fortuna il mio sporadico buonsenso mi ha portato a scegliere una soluzione non centrale ma decisamente più comoda. Praticamente vivo sopra ad un supermercato. Cosa vorrei di più?
Il fatto è che quando si entra in una casa non di tua proprietà ci si sente sempre un pochino ospiti. La prima cosa che devi fare è controllare che sia tutto apposto. Se il termo funziona, se l’acqua è calda, se il forno ha buone probabilità di non esplodere appena lo accendi, se quando tiri l’acqua del bagno non ti si annega il balcone…insomma..l’ispezione di prassi consigliabile a chi non vuole sganciare subito una tonnellata di soldi.
Quindi ho passato i primi 3 giorni ad accendere a palla il riscaldamento creando un ambiente più da ambientazione hawaiana, poi invece ad accendere tutti i rubinetti, uno alla volta poi progressivamente aggiungendone uno. Ho controllato la caldaia. Sono uscita in terrazzo in ciabatte con il piumino sopra il pigiama e ho guardato affascinata quella scatolina bianca che nella mia immaginazione mi sorrideva sorniona, facendomi presagire improvvisi getti di acqua fredda nel bel mezzo di una doccia bollente e rilassante. Il forno non era stato ovviamente pulito. Credo che l’ex inquilina avesse fatto pizza party a go go, dimenticandosi alla fine che un paio di pizze le erano pure esplose e tralasciando il fatto che forse io non avrei gradito poi molto ammirare i risultati dei suoi esperimenti culinari. Vabbè..vorrà dire che alla prima occasione prenderò acido muriatico per scrostarlo e fino ad allora niente pizze surgelate o torte da fare (mi riprometto di cucinare ormai da un paio di anni ma il massimo che ho fatto è stato accendere il forno del mio fidanzato per riscaldare delle verdure cotte da mia madre con la conclusione di avergli fatto saltare il salvavita). Per il momento pare tutto nella norma ma ho una sensazione strana…che mi presagisce prossimi disastri.
Prevedo tragedie.!

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