mercoledì 17 marzo 2010

Capitolo 14: Sono tutta matta e disoccupata

La cosa piu' bella di essere completamente matti e imprevedibili e' che nessuno si stupisce se ti viene un tic o se balbetti improvvisamente quando non lo hai mai fatto prima o se piu' semplicemente mandi a fanculo la gente con la stessa semplicita' con cui la gente normale si soffia il naso.
E secondo lo stesso principio non si stupisce se di punto in bianchi mandi a quel paese il tuo capo dicendogli che pensi che sia un cretino o se diventi talmente insofferente che il capo gioca d'anticipo e ti lascia a casa o se sempliceemnte accetti lavori che non centrano nulla con te, te ne rendi conto e inevitabilmente la cosa finisce male.
Beh. Ora, e' la realta'. Per la prima volta in vita mia sono disoccupata e non ho la piu' pallida idea di cosa sara' la mia vita da qui in avanti. Tutto e' possibile. Ma anche il nulla piu' nefando e nefasto. La cosa mi dovrebbe preoccupare e in effetti un velo di preoccupazione c'e' ma e' molto sfocato in lontananza. Il sentimento che prevale ora e' la leggerezza, la sconfinata consapevolezza che ora ho un po' di tempo per me. Forse non durera', o forse durera' troppo. Forse mi piacera' o forse impazziro'. Ma questo e' l'unico dato di fatto e l'unica certezza che ho. Sto leggendo troppi libri e ho deciso di cominciare a scriverne uno io fintanto che non ne pubblicano altri, perche' oramai del 'mio' genere li ho letti quasi tutti. E poi? DOpo che l'ho scritto che faro'? Cerchero' qualcuno che me lo pubblica. E poi?
A dir la verita' non so cosa fa un disoccupato. Cerca lavoro? Lavora? Come ci si guadagna da vivere? Io ho sempre lavorato. Da un lavoro all'altro, lavoravo e studiavo o solo lavoravo o solo studiavo ma avevo un obiettivo, uno stimolo un perche'. Ora no. Vedremo.

martedì 2 marzo 2010

Capitolo 13: Mi faccio una endovena di caffè

Ormai dormire sta diventando una sfida con me stessa. Ieri sono tornata a casa a mezzanotte passata. Ho fatto il consueto spuntino prima di andare a dormire, nulla di che ma giusto ho sgranocchiato quelle due cosette per evitare di svegliarmi con un cratere nello stomaco.
La temperatura di casa era 18.8 ma un brivido freddo mi ha percorso tutta e così ho alzato un po' ma non è servito a placare la temperatura glaciale una volta sotto la coperta di chasmere+piumone invernale.
Il pigiamone felpato teoricamente servirebbe proprio ad evitare questo ma ora sto cominciando a dubitare seriamente di avere sangue ghiacciato che scorre nelle vene. Dopo mezz'era che ho fraccato la testa sotto le coperte alitando nella vana speranza di alzare la temperatura (o di farmi mancare l'ossigeno e svenire come conseguenza) ho rinunciato alla folle impresa di addormentarmi in tempo utile. Quindi mi sono alzata, ho messo un poncho di pseudolana (unico vestiario caldo che mi stava sopra la maglia felpata extralarge del pigiama (che sexy!)) e ho preso la parte di piumone della metà del letto che non occupato e l'ho sistemata sopra la mia metà di diritto. Il tutto mi faceva assomigliare più ad un salame legato al palo in via di essicamento che ad un essere umano ma questo è servito dopo ben altri 20 minuti a farmi addormentare più o meno al calduccio. Sarà stato merito anche delle gocce alla valeriana che ho riversato istericamente nel bicchiere non contandole nemmeno ma assicurandomi solamente che fosseto in quantità sufficiente per stordirmi. E in effetti così fu fino a mattina inoltrata. La sveglia imperterrita è suonata alle 7.30. Inutile dire che mi sentivo come se avessi la testa di un campanaccio e ci fosse qualcuno che batteva ripetutamente il bastone su di esso.
Mi sono alzata, sono passata dal bagno ad assicurarmi allo specchio di avere ancora la faccia attaccata, sono andata in cucina a prendere la moka, l'ho aperta e ohhhhhhhhhhhhh tutto il caffè di ieri mattina per terra.
è proprio quello che ci vuole...alzarsi con l'aspirapolvere da accendere.
Oggi prevedo tragedie.