domenica 17 gennaio 2010

Capitolo 4: Una sbornia a trent'anni non ha lo stesso effetto di una a venti

Fermate il mondo, voglio scendere. I postumi della sbornia si fanno sentire..era da secoli…e mi sembrava proprio di essere tornata indietro nel tempo. Ed e’ ormai da 2 giorni. Lo stomaco sotto sopra, vacillo ancora a camminare, guardo furtiva il vino che ho in frigo e lo stomaco mi si stringe…Oh ma sembro mia nonna!..Sul momento è stato bello, quella euforia che ti prende la testa, tutto sembra piu’ leggero, ti sembra quasi di essere felice, di avere tutti i tasselli del puzzle che vanno a posto da soli…ma e’ solo l’inizio della fine.Ero a Francoforte per lavoro e fuori faceva freddo, la neve scendeva a tratti leggera e il ritorno a casa si faceva sempre più vicino. Penso a tanti anni fa quando ho iniziato il mio primo lavoro, penso a quando andavo in trasferta e a quanti sogni avessi. Ripenso al suo sorriso e ai miei errori e alle promesse di non farli più. Mai più. Si arriva ad un punto in cui il corpo e la mente cercano la negazione della sofferenza più come concetto astratto che altro e allora si fa di tutto per non ritrovarsi in quella situazione con quella sensazione.
La musica latina mi era entrata dentro, una forza maggiore mi faceva muovere le gambe a ritmo di danza e il sorriso mi faceva quasi sembrare uno dei quadri di qualche pittore astratto che ha abusato del pennello in un momento in cui forse avrebbe fatto meglio a fare altro. Ma tutto e’ cosi’..frastornato.
Il rientro in camera pero’ e’ traumatico. mi pare di camminare dritto ma sono quasi certa che non sia cosi’, soprattutto quando la chiave non ne vuole sapere di entrare nella toppa e passo ben 10 minuti a inveire in modo delicato e silenzioso, da vera signora, contro le porte tedesche. Alla fine dopo aver buttato i vestiti alla meno peggio, aver guardato la valigia ancora aperta e aver deciso all’istante di rimandare al giorno dopo la chiusura della stessa mi butto a letto. L’aria e’ calda, nonostante fuori abbia ripreso a nevicare. Secca. la testa gira e i quattro cocktail che mi sono trinkata non sembrano piu’ una scelta intelligente. mi siedo sul letto. Domani la sveglia e’ alle 7 ed e’ gia’ l’una passata. Dopo vari tentativi in varie posizioni per fermare la stanza, decido che il posto migliore e piu’ fresco per dormire e’ proprio il bagno. Ed e’ cosi’ che mi addormento e mi sveglio 2 ore dopo: con la faccia sulla plastica bianca e fredda mentre abbraccio la tazza del wc. SONO UN’IDIOTA! Domani qualcuno credera’ ad una congestione che mi ha messo ko e che fara’ sembrare Frankestain un sex simbol in confronto a me?

Nessun commento:

Posta un commento