martedì 9 febbraio 2010

Capitolo 11: aaa cercasi bravo e paziente psicoterapeuta

Mi chiedo se c’è un limite di stramberie dei sogni. Io ne sono decisamente la paladina perché per l’ennesima volta ho faticato ad addormentarmi e mi sono rigirata come se avessi dei cavi elettrici infilati nelle orecchie.
Alla fine sfinita mi sono addormentata e sono piombata in uno di quei sogni tanto intensi quanto senza senso o filo logico. Uno di quelli che tu, protagonista del tuo sogno ti domandi se quello sia n sogno da tante idiozie ti succedono. Il culmine è arrivato quando io sono morta in non so quale incidente tremendo ai confini di Armageddon per poi realizzare che io ero il mio spirito e non ero triste per il fatto di essere morta ma incazzata come una biscia. Ma si può essere incazzati perché si è morti?
E non solo… poi ho sognato pure stramberie del tipo che il fidanzato di mia sorella aveva un barboncino bianco isterico, uno di quelli schizzati che si agita in continuazione in preda pure lui a crisi di nervi continue e saltella come a dimostrazione che nella sua vita precedente era un canguro. Cosa abbastanza bizzarra dato che il padrone (nel mio sogno) è l’antitesi per eccellenza. Lento, pacato, calmo. Il mondo può cascare che non si muove nemmeno.
Del tipo:
‘Hey, mangi carne o pasta’
Pausa
….
….

‘Fa lo stesso’
Nel mio sogno stavo riflettendo sull’assurdità di quello che stava succedendo (non che la mia realtà quotidiana si discosti molto a dir la verità) quando il mio black berry (nonché la mia prima sveglia mattutina) posizionato tatticamente sul lavandino del bagno per ricaricarsi durante la notte, inizia a suonare svegliandomi dall’intorpidimento del mio sogno. Di norma suona 1 ‘can can’ e poi smette. Stamattina no. Ben 5 round di can can dopodiché con istinti omicidi mi sono alzata e l’ho spento anche perché nel frattempo anche il mio cellulare ha iniziato a suonare la Rumba intervallata ogni 5 minuti. Ho paura di non svegliarmi ma certe mattine avere suoni a volume di troppo decibel più alti del tollerabile potrebbe provocare un danno irreparabile ai miei già fragili nervi.
Non contenta ho messo su la moka senza caffè. Per fortuna che questa volta me ne sono accorta in tempo. Quando faccio queste cose mi rimane addosso un senso di disagio che non mi molla finchè il danno non viene scoperto, ovviamente sempre troppo tardi… Per fortuna ho preso la moka leggermente calda, aperta, messo il caffè, richiusa e rimessa sul fuoco. Ma la sensazione non passava. Intanto ho pensato di sniffarlo il caffè nel disperato tentativo di riprendermi. FLASH! L’acqua. Ho ripreso la moka, messo l’acqua, rimesso il caffè, richiuso tutto e messo sul fuoco.
Dopo 5 minuti il caffè ha risvegliato i miei sensi e la voglia di vivere. Anche se leggera e pronta a volare via al primo soffio di vento gelido.

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